martedì 31 luglio 2012

GRAN TOURISTAS | Appunti di viaggio | Città e città

[Questa rubrica è dedicata all'esperimento "Gran Touristas" legato al Padiglione Italiano alla Biennale di Architettura di Venezia (2012) e condotto su vari canali virtuali, e intende tracciare una "mappa" delle direzioni che nel corso dell'esperimento prende il flusso di argomenti e commenti che lo animano. La "mappatura" avviene tramite un collage di commenti, immagini e altro materiale postato su facebook nella pagina dedicata all'esperimento. La rubrica si articola in più collage, uno per ogni tema che su facebook trova sviluppo nei commenti]

GranTouristas:
>> su Facebook: http://www.facebook.com/groups/GranTouristas/ (a cura di Daniele ManciniStefano Mirti e Remo Ricchetti)
>> su Twitter: https://twitter.com/GranTouristas (a cura di Gioia Guerzoni)
>> qui la mappa: https://grantouristas.crowdmap.com/ (a cura di Marco Lampugnani, Gaspare Caliri e Laura Doardo
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Carmelo BaglivoManipolare l’esistente, trasformandolo.
Il gruppo Otolith afferma che : “cambiare, adattarsi, diventare diversi, somigliare, riecheggiare se stessi… perché tutte le opere devono essere capaci di assumere un’altra forma, perfino di dire le cose in modo diverso, di rappresentarsi a partire da premesse differenti”.
Lavorare con ciò che abbiamo, con la città pensata come organismo unico e non suddiviso tra centro e periferia. Anzi, intervenire nel centro, come luogo da rifondare e riurbanizzare.
Super Beauburg rappresenta una nuova logica della modernità in cui gli edifici sono implementabili, non iconici.
Edifici come struttura, a cui è difficile dare un nome.
Baudrillard definisce il Beauburg : “un monumento alla cultura di massa che assorbe e cresce, il mega aggeggio culturale, di grande dimensione, risolve il rapporto tra interno e esterno assorbendo e reinterpretando la cultura, la storia e la città. È lui la storia che si modifica e racconta il mondo.”
Nella logica di una nuova modernità questi edifici crescono e inglobano tutto, la città cresce su se stessa, si ricicla, non consuma nuovi territori ma satura e consuma se stessa.
Rem koolhaas: la città si cannibalizza!


Beniamino Servino: da NECESSITA' MONUMENTALE NEL PAESAGGIO DELL'ABBANDONO ... ... La non-città e il popolo dell’oblio/la non-città e il popolo di sky [...] NECESSITA’ MONUMENTALE NELLA CITTA’ SBILANCIATA.
http://www.domusweb.it/it/news/necessita-monumentale-nel-paesaggio-dell-abbandono/

Davide Sacconi: ‎#stupore #bellezza #monumentalità

Cristina Senatore: ‎#necessità #nuovi equilibri

Cherubino Gambardella: scrivere dentro scritture interrotte . tutto è una scrittura interrotta.
Preserviamo quelle pause naturali e pittoresche rimaste in occidente e riscriviamo i testi della città distrutta negli anni 90 con i lasciapassare della città generica e dei non luoghi di augè . dobbiamo rifare i luoghi dove hanno fatto la città diffusa . rifacciamoli sopra , di lato , attorno dove volete ma riscriviamo , cancelliamo , riscriviamo ancora.

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Salvatore D'Agostino: Mancano le hashtag:
#smart
#pinne fucile ed occhiali
#Zone rosse
#La stanza del bambino
#Incazzati urbani e non urbani, con orto e senza orto


claudio farina: ‎Salvatore D'Agostino a parte la prima banalotta, le tue hashtag sono molto interessanti

Salvatore D'Agostino: ‎claudio farina sarà pure banale ma volevo prendere le distanze con il concetto trend 'smart city' con un reale #A' smart (uso e abuso del mezzo) --->http://www.youtube.com/watch?v=xrcm_af6g9I
PS: smart city o A' smart Beniamino?

Beniamino Servino: sulla smart city o la città delle smart guru indiscusso è carlo ratti, caro Salvatore D'Agostino

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Raffaele Cutillo: Noi non possiamo costruire citta', organismo anarchico e autogenerativo, costrigendo la gente ad un pensiero soggettivo e univoco. Possiamo, attraverso #visione e #immaginazione, solo #prendere atto delle cose che accadono. Magari anticipandone il tempo, quello si'.
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CITTA' MADRE/Mother city
Esercizio di scala urbana/exercise of urban scale.
...
Basata su una foto di/Based on a photo by Mario Ferrara

CITTA' MADRE/Mother cityEsercizio di scala urbana/exercise of urban scale. ...Basata su una foto di/Based on a photo by Mario Ferrara
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Davide Sacconi ‎...ma cos'e' la "vera citta' italiana"?

Francesco Paolo Ambrosio ‎#Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444; Ecco l'unica idea di città in Italia.
Davide Sacconi ‎...e la 2359 del 1865....? Simme Napule paisa'...

Francesco Paolo Ambrosio Le cose migliori nelle Città italiane sono state fatte con la 2359 del 1865; facciamo un passo indietro sarà un progresso.


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Luca Diffuse‎#fascista | #antifascista http://www.youtube.com/watch?v=t3zjebS7_qc ( Pasolini e la società dei consumi) | http://www.youtube.com/watch?v=6vv7HH9wqbg (Paralup - Breve storia di un ritorno)

Francesco Paolo Ambrosio: Il mito della città ideale. Pasolini a Orte. http://www.youtube.com/watch?v=5vsLML-gn7o

Beniamino Servino La forma della città per il Poeta Intoccabile è Intoccabile. Non può essere sopportata la contaminazione. Nulla può osare incrinare o deturpare La città bella. E i poveri e le loro case popolari [che puro devono esistere, per carità!] devono stare lontani. Queste case popolari orribili! Ma che dico orribili, molto orribili! La mescolanza infastidisce. La forma della città deve essere intoccabile e deve stagliarsi su un paesaggio intoccabile.

Francesco Paolo Ambrosio: Credo che Pasolini sentisse la bellezza come valore Etico, tradire il bello è un atto immorale.


Beniamino Servino: immorale è aver paura della mescolanza, giudicare orribile una casa popolare perchè rompe il quadretto pittoresco del paesino sulla collinetta col fondale naturale intonso. immorale è aver paura dei mostri. soprattutto per chi ha fatto diventare i mostri soavi e angelici.

Francesco Paolo Ambrosio: Credo che su di un piano strettamente compositivo le osservazioni di Pasolini siano sacrosante. Il sistema di relazione tra la città di Orte ed il paesaggio che la circonda non è pittoresco ma classico, e non accetta nessuna addizione. Poi che a categorie politicamente correttissime come mescolanza (parente stretto di contaminazione) sia concesso tutto, è un altro discorso.

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Davide VargasCittà della Poesia...una ricerca di (sopra) vivenza....2
Davide VargasLa città della poesia - una ricerca di (sopra)vivenza 3.
Piani: La città della poesia è articolata per piani. Sono i piani dell’esistenza. Piani materiali. Messi in comunicazione. Attivati nel processo. La città della poesia è esperienza dell’esistenza. Questo fa la poesia: mette in moto la conoscenza di ogni parte di sé. Strati profondi che si illuminano. Nella città della poesia scompaiono anche i confini tra i piani e le zone. Sconfinano. Fluiscono. Restano individue. Ricercano lo sviluppo di una sintesi. Più su.
[ nella città i piani coincidono con reti di comportamento. Uomini e pensieri si relazionano in una specie di città nella città. Diverse e incompatibili. Fatte di case private, un ristorante, un certo parco, qualche cinema e altro. Non si intrecciano mai. Sopravvivono ai pericoli ]
Piani orizzontali. Verticali. Inclinati. 
Nella città della poesia cambiano i punti di vista. L’orizzontale può essere verticale. Rigorosamente riconoscibile. Nella città della poesia nulla è vago. Ogni cosa è oltre. Una possibilità. La città della poesia non svolazza. Ha un centro. Un asse. Uno statuto certo.
La città della poesia rende i piani trasparenti. 
[ dal finestrino del treno che attraversa la città nella sera seguo l’impegno del buio a cancellare i profili dei palazzi della città. Ben fatto. Ma le luci delle finestre e dei balconi si susseguono, si sovrappongono in una rincorsa che sembra provenire da un’altra realtà. Profondità. Squarci. Ritmo. Frammenti di luce come in un’opera di James Turrel. Frammenti che si ribaltano. La città della poesia TI ribalta. ]

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Cristina Perilloaerodynamic city, archizoom associati, 1969

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Antonella Nappo: "Cina, ecco la città ideale. Ma è disabitata" http://www.repubblica.it/viaggi/2012/07/24/foto/cina_la_citt_fantasma-39615655/1/
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Beniamino ServinoThe city generated by irrigation pumps. Detail
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Gioia GuerzoniQuesto progetto a Pechino sembra interessante http://www.instanthutong.com/34930/337983/works/blinking-city-stencil (BLINKING CITY stencil)

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Elisa Vladilo ha aggiunto delle foto all'album # Anime sbiadite.
Stefano Mirti bello. che cosa e'?

Elisa Vladilo ‎-) trattasi di intervento colore sul Molo Audace. Il molo è un luogo dove qui a Trieste tutti vanno per passeggiare, incontrarsi, meditare, guardare l'infinito. per me è il mio luogo preferito, che penso di aver frequentato di più in città. Navi qui ne arrivano pochissime su questo molo, per cui è ormai da tempo una passeggiata sull'infinito.
un giorno ho constatato che è fantastico il luogo, ma completamente assente di colore, e cosi ho avuto la visione a colori; ovviamente non mi avrebbero mai lasciato dipingere le superfici, cosi ho deciso di ricoprirle, approfittando per cambiarne anche la percezione tattile; le bitte e il lampione sotto il pannolenci, hanno la gommapiuma: quindi impatto visivo e fisico/tattile alterato.

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Luca SilenziSu metodi e chiavi di lettura delle città. Altra cosa interessante di BergLondon, un progetto iniziato quasi un'era geologica fa (2004): 'Here&There', un innovativo metodo di rappresentazione delle città dense per mezzo di mappe che sfumano dalla prospettiva alla rappresentazione in pianta. https://twitter.com/spacelab_it/status/227316478477746177

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Daniele Mancini Questo album raccoglie i progetti, installazioni, performance di appropriazione urbana che rispondono ai tags:

#azioneurbana #appropriazioneurbana #playground #campiurbani

Suonare la città è facile - quasi infantilmente facile -
è anche molto divertente
ma
è illegale

provate - se non ci credete
a suonare la città
e vedrete che vi fermeranno subito
subito non farete neppure due passi

da Giuseppe Chiari, Suonare la Città

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Maurizio Cilli
la città dei grandi distretti commerciali della grande distribuzione.
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.4318701370155.178610.1365642811&type=1

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Raffaele Cutillo: Dal documentario "Rebuilding Japan"
We must create a town that captures the imaginations of the people
(http://www.facebook.com/photo.php?fbid=4251741619848&set=o.390156071048930&type=1&relevant_count=1&ref=nf)
Stefano Mirti: Ciao Raffaele, secondo me funziona al contrario.
People must create a city that captures the imagination of other people.
In questo nuovo mondo non c'e' nessun "we". O se c'e', questo "we" per certo non sono gli architetti, gli esperti e cosi' via..
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Diego Lama:
Tutto ciò che ci hanno insegnato era sbagliato...
http://napolitans.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/2012/07/27/downsizing/
‎"Ci avevano detto che le città andavano diradate, che la densità avrebbe portato solo caos, ingovernabilità, rovina, mostruosità..."
Alessandro Melis: Verissimo... E' noto che la densità abitativa sia una delle strategie urbane per la sostenibilità. Anche se il problema è piuttosto complesso, visto che poi occorre governare fenomeni come l'effetto isola di calore.
Istituti di ricerca internazionali, da anni se ne occupano, mentre noi ci dedichiamo a discutere del sesso degli angeli. I dati parlano chiaro, siamo nel pieno di una rivoluzione. Il 38% delle terre emerse utilizzabili é per l'agricoltura, la prima fonte di emissioni di Co2 (non le macchine o l'industria).
Entro vent'anni la popolazione mondiale giá oggi malnutrita aumenterà di almeno due miliardi (di cui il 60-70% nelle cittá). La cittá deve crescere senza espandersi se vogliamo sopravvivere.
Per questo concordo sul fatto che lo sviluppo delle città informali è determinante.
Ma di tutto questo c'é un esercito di persone più importanti di me che se ne sta occupando... Dall'Urban think tank di alfredo brillenburg, bruce mau, jonathan foley etc.
Giuseppe Vele: In Europa e in Italia, in particolare, siamo messi meglio rispetto agli USA e l'Asia per il semplice fatto che gran parte della popolazione vive in insediamenti urbani che non superano i 100.000 ab.
In italia siamo circa 9000 comuni e il 70% dei comuni ha una popolazione inferiore ai 5000 abitanti... Questo è molto interessante!
Giuseppe Vele: La questione urbanistica oggi è legata inesorabilmente alla crisi economica attuale che a sua volta è legata alla crisi ENERGETICA.
Alessandro Melis: sì, Giuseppe. Vedo l'aspetto energetico come una delle concause del cambiamento climatico, l'aspetto più rilevante nel ripensare radicalmente le politiche urbane...
mi spiego meglio... nel 2003 a parigi c'è stato un record di mortalità dovuto alle temperature elevate. Era la famose estate del caldo record.
la cosa è stata trattata come un'emergenza.
ma ciò che sappiamo con certezza è che quella temperatura record sarà la temperatura media entro quarant'anni
Cioè Parigi avrà le stesse temperature di Siviglia. Ma Siviglia è progettata diversamente. Non ha per esempio i boulevard e vari altri recettori di calore.
Pensandoci bene per i tempi dell'urbanistica 40 anni sono un tempo brevissimo. Ci vogliono nuove idee, aperte, radicali. Gran parte dell'"urbanistica", come disciplina, ha fallito.
Giuseppe Vele: http://www.desertec.org/concept/
Alessandro: Ma ti dirò di più... Al di là di questo, noi architetti abbiamo ceduto le armi agli economisti e agli ingegneri
Giuseppe Vele: Esatto, distribuzione energetica in maniera orizzontale, con tecnologie sempre più efficienti legate ad un nuovo tipo di energia...la chiamerei non localizzata.
Alessandro Melis: abbiamo abbandonato il nostro ruolo strategico
Giuseppe Vele: Bene! Questo è il punto! Quando l'altro giorno su Gran Touristas ho visto per la prima volta "The city generated by irrigation pumps", di Beniamino Servino, sono saltato dalla sedia...perchè quel tipo di idea di città può realmente catalizzare la struttura energetica che stanno immaginando. Tiprego di andare a vedere i disegni

1 commento:

  1. Ciao,
    il tuo blog era nei miei pensieri da tempo,non sò perchè,ma non riuscivo più a trovarti...finalmente ci sono riuscita.
    Che post interessante e super utile,brava!!!
    A presto :)

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