domenica 5 ottobre 2014

Alessandro in Alessandra. Il medium Leosini.

Fa tutte le domande che io farei. Le ho sempre ammirato la tecnica. Soprattutto alla fine di ogni sua intervista non c'è nulla che avrei voluto chiedere che lei non abbia chiesto, nessun aspetto della vicenda trattata resta in sospeso, pure non giungendo, il racconto, ad una conclusione certa.

Accerchia la coscienza di chi le sta di fronte, Mette le persone a proprio agio e poi a nudo. Va oltre la persona, va alla condizione della persona. L'intervistato diventa una specie di medium per entrare in luoghi reali o possibili dell'animo, della mente, della condizione stessa di essere umano. Fisicamente sono uno di fronte all'altra, l'intervistato e lei, ma per tutto il tempo lei è come se stesse sottobraccio dell'altro a farsi condurre in posti dove da sola non può andare, non può accedere. Lei ci va e conduce tutti gli altri, chi la ascolta, attraverso di lei, in quei luoghi.

Questo modo di fare fa si che l'intervistato non si senta giudicato pure quando la domanda sottende, nemmeno tanto velatamente, un giudizio, quello che chiunque darebbe. Durante l'intervista infatti la Leosini non evita le domande scomode, quelle che potrebbero apparire morbose, le pone, incarnando continuamente la voce di una controparte, il senso comune della gente, la reazione che avrebbero i più (diventando in questo modo complice di chi ascolta). Le sue domande però sono prive realmente di morbosità. Non le interessa dare giudizi, ovviamente, ma mettere a nudo, tuttavia il giudizio (possibile) diventa uno strumento, per sollecitare, provocare, smuovere e rimuovere ostacoli, per farsi raccontare. A lei interessa la storia, le interessano i dettagli e le sfumature, per costruire e restituire a chi ascolta il racconto. Ma anche per stimolare in chi ascolta riflessioni che vanno oltre la prima impressione, oltre il pregiudizio e il giudizio rapido. 
Spesso durante l'intervista la Leosini fa riferimento con l'intervistato ai dialoghi che hanno avuto in precedenza, fuori dall'intervista. Ho l'impressione che lo faccia per ricordare a chi le sta di fronte che può stare tranquillo, che può fidarsi perché in questo momento lei sta impersonando un ruolo, che le domande per quanto scomode vanno a suo vantaggio, che lei non lo giudica e che in realtà vale il rispetto che lei ha sicuramente ha dimostrato precedentemente, conquistando la fiducia dell'intervistato. 

L'intervistato è per la Leosini un medium, d'altra parte la Leosini fa di se stessa un medium che porta il racconto agli altri, fa incontrare le persone attraverso la narrazione dei fatti, in un complesso gioco logico ed emotivo. 

Ogni intervista è un viaggio al centro della follia lucida, della normalità spogliata di ogni vincolo fino al limite estremo. Viaggia sul filo sottile del limite al di qua del quale le cose sono diverse da come un attimo dopo potrebbero essere o sono. Procede a ritmo serrato a smascherare la vera natura, illusoria, del limite, al fine di mostrare l'inconsistenza del concetto di confine e la sua reale, naturale (nei fatti) inesistenza.

Usa talvolta la tragicità dell'ironia per svelare, sottolineandola, l'ambiguità, la instabilità, la impossibile univocità dei fatti, altre volte impugna la crudezza, il tatto, la compenetrazione, anche il ritmo stesso delle domande, così come lo sguardo, le espressioni e il tono di voce e se ne serve per ottenere il racconto, la storia, per fare il viaggio.


Franca Leosini.


Stasera è andata in onda una bellissima intervista ad Alessandra Bernaroli, il fu Alessandro Bernaroli. (Uomo sposato che diventa donna e lotta per il suo diritto a conservare il matrimonio con sua moglie, vicenda giudiziaria tuttora aperta)

Emergono alcune cose interessanti su cui è utile tornare a riflettere, non tanto per dare risposta certa agli interrogativi che sorgono, quanto per conoscere se stessi meglio attraverso la riflessione su certi punti. Annoto (per me, per non dimenticare) di seguito quelli che mi sono rimasti impressi:

1.
Dice Bernaroli che le operazioni per diventare donna cambiano l'aspetto fisico della persona ma non l'essenza della persona, la sua intimità, la sua mente, il suo dna, il suo modo di essere, che restano invariati. Per cui se a lui prima dell'operazione, da uomo, piacevano le donne, dopo l'operazione, da donna continuano a piacere le donne, perché il suo gusto non è cambiato.

2.
Per lo Stato il matrimonio contratto precedentemente all'operazione, quindi regolarmente fra uomo e donna, decade automaticamente con la modificazione dei dati anagrafici poiché in Italia non è consentito il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Per lo Stato: il matrimonio di Alessandro divenuto Alessandra, non è valido.

Per la Chiesa il matrimonio resta valido: dice Bernaroli perché la chiesa capisce che l'essenza della persona non cambia, cambia il suo aspetto non la sua anima; dice La Leosini perché per la chiesa il transuessalismo è una malattia, chi si sposa promette di "rimanere fedele in salute e malattia" per cui la moglie deve restare accanto al marito perché malato.

3.
Alessandro prima di diventare donna ha crioconservato il suo seme. Per cui, volendo, adesso sua moglie potrebbe comunque avere da lui, anche se ormai è una lei, un figlio naturale.

4.
Bernaroli e la moglie. Nella coppia cambia il sesso. Dice Bernaroli è solo una questione di forma esteriore. I due stanno bene insieme come stavano bene prima dell'operazione. Di fatto però quello che era il sesso fra un uomo e una donna si trasforma in sesso fra due donne...

... mmmm