giovedì 2 gennaio 2014

COPIO, INCOLLO, LEGGO e SOVRA-SCRIVO. Lettura inter-attiva del San Sebastiano di Lorenzo Lippi.


Lorenzo Lippi, Saint Sebastian, c. 1628-40




Copiato e incollato da (Facebook, pagina dei Musei Italiani) QUI

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LippiLorenzo. - Pittore e poeta (Firenze 1606 - ivi 1664). Allievo di M. Rosselli, si distinse per un sottile verismo e un accurato studio della luce, raggiungendo felici risultati (...) Cominciò durante la dimora a Innsbruck e continuò a limare fino alla morte il suo poema burlesco Il Malmantile racquistato (post., con lo pseudonimo anagrammatico diPerlone Zipoli1676) (...) Il poema, ricco di motti e proverbi fiorentini e della vivacità, comicità, malizia del parlar popolare, è corredato da note di Puccio Lamoni (anagramma di P. Minucci) d'erudizione linguistica e folcloristica.
Copiato e incollato da (Enciclopedia Treccani on line) QUI

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La leggenda del soldato martire dal corpo efebico e glabro ha interessato pittori e scultori di ogni era, il che ha portato a concentrare gli artisti sull'iconografia del santo nudo dalla bella anatomia a discapito di quella del militare maturo. Il santo era tra l'altro una delle poche figure nude che avevano il diritto di stare in una chiesa.
Copiato e incollato da (Wikipedia) QUI

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Un'unica freccia trapassa l'ampio e muscoloso torace di questo scultoreo San Sebastiano, a cui Lorenzo Lippi ha voluto riconoscere la più elevata e superiore dimensione di marmo antico, fissando nella luce la sua eterna postura ed evitandogli così il decadimento e la decomposizione delle carni.
Scoccata dall'alto verso il basso, la punta e parte del corpo legnoso gli entrano nel costato poco sopra il cuore, subito sotto la clavicola, segnando il perlaceo e traslucido avorio dell'incarnato, con una minimale fuoriuscita di scuro sangue rappreso e un'essenziale ombreggiatura.
Gli imponenti volumi di questo mezzo busto, ruotato verso sinistra e leggermente in tralice, posto davanti, in assoluto primo piano, escono prepotentemente dalla tela, immersi in una luce chiarissima e rarefatta che proviene dall'alto, con un taglio obliquo da destra a sinistra, mentre un intenso e sapiente uso del chiaroscuro gli dona una eccezionale tridimensionalità e una forte profondità prospettica, che lo distacca completamente dallo sfondo scuro.
Chiari stilemi di una Testa dalle caratteristiche assolutamente Fiorentina, sicuramente derivanti da soluzioni formali introdotte e sviluppate originariamente già da Giovan Battista Naldini e da Alessandro Allori, rivisitate da Lorenzo Lippi, che qui le personalizza in chiave arcaizzante e purista, incastonandole nel perfetto cerchio di una sottile Aurea luminosa e dorata, posta contro il nero sfondo di un tronco immaginario, ai cui lati le foglie e le frasche sono delineate dalle lingue blu di uno scuro cielo terso.
Copiato e incollato da (Wikipedia) QUI

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Ma perchè tale è l'umana miseria, che a gran pena si trova alcuno, per altro 
virtuoso, che alla propria virtù non congiunga qualche difetto, possiamo dire che il Lippi, più per 
una certa sua natural veemenza d'inclinazione che per altro, in questo solo mancasse, e facesse 
anche danno a sè stesso, in essere troppo tenace del proprio parere in ciò che spetta all'arte, cioè 
d'averne collocata la perfezione nella pura e semplice imitazione del vero, senza punto cercar quelle 
cose, che senza togliere alle pitture il buono e 'l vero, accrescono loro vaghezza e nobiltà: la qual 
cosa molto gli tolse di quel gran nome, e delle ricchezze, che egli avrebbe potuto acquistare, se egli 
si fosse renduto in questa parte alquanto più pieghevole all'altrui opinioni.
Copiato e incollato da (introduzione a "IL MALMANTILE RACQUISTATO") QUI



LETTURA TRAMITE IPAD, RI-LETTURA INTER-ATTIVA

L'ombra di un dritto naso, scurisce il labbro superiore sinistro, e due grandi tumidi occhi scuri, finimente rifiniti e particolareggiati nei minimi dettagli, come il leggero arrossamento dato al condotto lacrimale interno, o al contorno cigliare inferiore, sono pateticamente rivolti verso Dio, in una composta e serena sofferenza.
Copiato e incollato da (Wikipedia) QUI



Un San Sebastiano trafitto strategicamente che se gli togli, senza troppo sforzo, alcuni elementi fondamentali alla narrazione della vicenda del Santo ottieni un'altra storia. 

Poche gocce di sangue nascoste nell'ombra e una sottilissima aureola per celare una vicenda più umana e pure più sconveniente da narrare delle gesta di un Santo. L'anteposizione di santità per salvare dalla distruzione la narrazione non meno intensa e degna di essere narrata di un Sebastiano qualunque

Togli il sangue, l'esile cerchio di luce e le inutili frecce nella mano del giovane. Resta un meraviglioso corpo che a rifletterci non sai nemmeno bene se è maschile o femminile. Il torace ti suggerisce che è di un ragazzo ma il bacino sembra essere più accomodante e ampio come quello di una donna. La bocca carnosa non ha genere. Serve solo a trasferirti in bocca la sensazione di bocca, a farti sentire, mentre guardi la percezione delle labbra. è disorientate e perfetto per l'immedesimazione. è la storia di un corpo, della sua carnalità in bilico sulla coppa del desiderio. 

Il corpo è incurvato e proteso verso la mano che in basso si rivolge al sesso. Il pollice della mano in alto preme contro la carne del petto per rallentare l'allungamento delle altre dita che con delicata timidezza si aprono frementi verso il capezzolo eretto. La bocca nell'inseguire e precedere con l'immaginazione il desiderio si lascia andare ad una semi apertura molle. L'attimo fermato è quello eccitante del corpo che ardendo di desiderio indugia perché in quell'attesa allunga il piacere, aumenta l'immaginazione, si sensibilizza il corpo. 

Nell'incontro con il proprio corpo si possono incontrare tutti gli altri che si vuole. Anche un corpo identico al proprio, per i narcisisti innamorati di se stessi. 
Sulla pelle avviene l'incontro con l'altro. E l'incontro con se stessi. La pelle serve a sentire ma è essa stessa contemporaneamente oggetto che tramite il tocco sentiamo. Tutto avviene in superficie. Quello che ci succede dentro è il riflesso di quello che accade sulla nostra superficie. Ogni profondità ha la sua superficialità. 

Tra l'erotismo e l'autoerotismo la differenza non è fondamentale. Si può stare con un altro e sentire unicamente se stessi, usare l'altro per avere percezione di sé. Si può incontrare se stessi e immaginare di toccare un altro. Quello che conta è il viaggio attraverso la carne che passa per la pelle e attiva sentimenti e sensazioni, paure e desideri, fremiti e dolore e tutto quello che ci rende umani e ci fa sentire vivi. Che ci scuote dal torpore dell'insensibilità.  

Se nel 1600 a uno gli veniva la voglia di raccontare una storia di erotismo o di autoerotismo l'opera anche magnifica avrebbe trovato probabilmente la distruzione, i santi no, quelli non si toccano. 

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Di fatto la mia rilettura è totalmente arbitraria. potrebbe non essere affatto quello che sembra a me. potrebbe non essere che un innocente SanSebastiano colmo di misericordia e grazia come lo descrivono. La mia operazione non mette e non toglie niente al dipinto, alla storia del dipinto e all'autore, è del tutto trascurabile. Praticamente perfettamente inutile. Serve, la mia operazione, solo a me. A fare un viaggio diverso. A godere senza pregiudizio un'opera. A tenere gli occhi liberi dal condizionamento. A provare sensazioni, immedesimandomi in una storia diversa, intense e diverse da quelle che mi vengono propinate dal perbenismo e dal timore reverenziale richiesto dal titolo. Lascio liberi gli occhi di vedere quello che vogliono. Mi immedesimo in quello che vedo. Lo vivo. La pittura (la rappresentazione e in senso ancora più lato il disegno) mi serve, serve me. Io uso quello che vedo per ampliare la mia esperienza. L'immagine mi traghetta in luoghi di me esistenti e insieme sconosciuti. Oppure forse quei luoghi li crea, non lo so. Di fatto io attraverso quella immagine ho una diversa percezione delle cose. Cambio me stessa. è questo il potere dell'immagine, del disegno da un lato e della lettura, della capacità di immedesimazione dall'altro. Contro l'assuefazione tenere attivati gli occhi e distruggere il pregiudizio per viaggiare fuori di sé. E a chi sa disegnare, la responsabilità doppia e l'invito ad usare con cuore e consapevolezza l'arma potentissima del disegno.