giovedì 31 maggio 2012

The Daily Facebook | N. 9 del 31.05.2012_L'uomo e la torre

[The Daily Facebook è una rubrica di questo Blog. Una sorta di Diario del diario di fb. Non però una cronologia, piuttosto un resoconto assolutamente NON obiettivo. Un esperimento. Una restituzione di quello che succede sulla mia pagina Fb (e sulle pagine dei miei contatti) giorno per giorno (o quasi). Una mappa quasi sentimentale, costruita su legami e logiche assolutamente personali. Messi insieme secondo una logica dichiaratamente arbitraria. Una visione palesemente distorta (e perciò sentimentale) di ciò che accade, di quello che vedo, di quello che attira la mia attenzione. Brevi storie fatte di frammenti, che non vogliono essere punti di arrivo, ma s-punti di partenza]



["Hoctun, Mexico, 1979 - Ettore Sottsass | Foto dal Finestrino – Domus n. 888, gennaio 2006"
tratta dalla pagina Fb di Architetturadi Lusso, dell'arch. Dario Lusso]



[Progetto dell'arch. Cherubino Gambardella,
 tratto dalla pag. Fb di Cherubino Gambardella (prima foto)
e dalla mia pagina fb (seconda foto)]



[Immagini tratte dalla pagina fb di Andrea Loreni]



[dalla mia pagina fb, condivisa da l'Eco di Bergamo]



[ponte Euzebio Matoso - SP - Brasil - dalla pagina fb di Monica Santana]


[disegno dell'arch. Beniamino Servino dalla pagina fb di Beniamino Servino]


[disegno dell'arch. Beniamino Servino su disegno di Archigram, dalla pagina fb di Beniamino Servino]






* Torri nelle città dei morti | Torre, in finto equilibrio precario, apparentemente esile su terreno accidentato, piantata nel terreno come la bandiera dell'America sulla luna, per segnare la conquista o la riconquista di un terra apparentemente di nessuno | Da, verso, su, intorno alla torre | Guardi come era una torre e vedi come eravamo | Torri in costruzione, perché le torri non bastano mai | Torri su torri. Il nuovo si porta dentro qualcosa del vecchio anche se è diverso dal vecchio | Torri dal futuro.

torre

[tór-re] s.f.

  • 1 Edificio molto sviluppato in altezza, a pianta poligonale o circolare, eretto a scopo di difesa e di osservazione del territorio


Girando in rete mi imbatto in un sito che illustra il significato e la simbologia dei tarocchi. Su uno di essi è illustrata una torre e questo è quello che leggo:

La torre è raffigurata, nei Tarocchi, in fiamme a causa di un fulmine dal cielo. Simboleggia la necessità di umiltà, rifuggendo la superbia e la presunzione. Bisogna arrivare alla conoscenza attraverso un passo alla volta senza fretta e senza eccedere, poiché come ammonisce La Torre, rischiamo di essere presuntuosi, e se insistiamo nel nostro atteggiamento superbo è probabile che andremo incontro ad una forte punizione o delusione. Nella sua connotazione positiva questa carta segnala il rinnovamento, e soprattutto il momento propizio per abbandonare vecchie abitudini e modi di ragionare, cominciando a costruire sulle loro ceneri. Può significare la liberazione da qualche forma di prigionia o dopo che la tempesta sia passata con le sue rovinose conseguenze, di ricominciare a ricostruire dalle ceneri. L’aspetto negativo si manifesta con catastrofi, perdita di potere; insieme al diavolo o alla morte significa perdita improvvisa di qualcosa o di qualcuno; crollo di valori morali, rivolta, assenza d’amore, guerra, forte invito a non affrontare viaggi e a non lasciare incustodita la vostra casa.

***

Insieme alle capanne e alla palafitte, la torre testimonia l'inizio della nostre conquiste territoriali, è un'architettura primordiale, il risultato di un gesto semplice e ripetitivo: impilare più elementi, con ritmo cadenzato, secondo un disegno minimo e indispensabile che serve a tenere in piedi gli elementi stessi. Un disegno quasi inesistente quello delle torri, una forma la loro, che è il risultato non di un progetto che tiene conto dell'oggetto che si sta costruendo, ma di uno scopo. Una forma totalmente assoggettata ad uno scopo, senza (almeno nelle sue prime manifestazioni, nelle sue versioni più pure) volontà di apparire, senza fronzoli. Ogni elemento ha un preciso scopo e una sua utilità, che servono agli scopi finali, quelli per i quali si erige la torre. Le feritoie per far filtrare luce ed aria, la merlatura con lo scopo di proteggere, la scala che rispetta la forma minima della torre e conduce sulla sua sommità. Una architettura semplice. Un archetipo. E a dispetto della sua semplicità formale il suo significato è complesso. Se forse per le capanne e le palafitte si può dire che rappresentino il soddisfacimento di bisogni primari "dell'uomo solitario", dell'uomo cioè che si trova a ragionare su se stesso e rispetto all'ambiente, allo scenario nel quale qualcuno lo ha calato, la torre nasce da esigenze legate all'uomo che ragiona non solo rispetto al territorio, ma rispetto ai suoi simili. Con la torre la storia si complica. La capanna soddisfa l'esigenza primaria di proteggersi dai fattori atmosferici, dai pericoli insiti nell'ambiente. E solo in secondo momento rappresenta la delimitazione di uno spazio proprio rispetto allo spazio degli altri, solo dopo rappresenta la volontà di conquistarsi un posto per sé per esprimere liberamente il proprio modo di fare le cose, di pensare, di essere, ecc... In primo momento la capanna serve per abitarci. La torre invece nasce per assecondare l'esigenza di conquistare, di possedere, di prevalere, di aumentare le proprie capacità di controllo, per vedere più lontano, per anticipare le mosse dell'altro, che diventa avversario e non solo altro. Rispetto alle capanne, gli altri sono solo altri, rispetto alla torre, gli altri sono avversari. Nella torre è insito il germe della guerra. 

Resta da riflettere sull'evoluzione di questo archetipo che oggi diventa grattacielo, raggiunge altezze pari o superiori a quelle delle colline naturali, si copre di specchi, racchiude internamente i servizi di una intera città, viene sfondata da aerei kamikaze e, soprattutto, non smette di partorire figli. 

2 commenti:

  1. Questo testo è bellissimo, ti leggo e imparo sempre qualcosa. (mia figlia si chiama giulia)

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    1. Grazie per essere passata di qui, per averlo letto e per il commento. Un bacio alla tua Giulia.

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