giovedì 28 giugno 2012

The Daily Facebook | N.21 del 28.06.2012_La giostra del desiderio

[The Daily Facebook è una rubrica di questo Blog. Una sorta di Diario del diario di fb. Non però una cronologia, piuttosto un resoconto assolutamente NON obiettivo. Un esperimento. Una restituzione di quello che succede sulla mia pagina Fb (e sulle pagine dei miei contatti) giorno per giorno. Una mappa sentimentale, costruita su legami e logiche assolutamente personali. Messi insieme secondo una logica dichiaratamente arbitraria. Una visione palesemente distorta (e perciò sentimentale) di ciò che accade, di quello che vedo, di quello che attira la mia attenzione. Brevi storie fatte di frammenti, che non vogliono essere punti di arrivo, ma s-punti di partenza] 



["RALPH CRANE"] immagine tratta dalla pagina facebook di El mercadillo


[http://stimadidanno.tumblr.com/   
immagine tratta dalla pagina facebook di  Silvia Geroldi]


["Douglas D. Prince"  immagine tratta dalla pagina facebook di
 File ElectronicLanguage InternationalFestival]



["Pavel Tchelitchew, Head, 1950
 immagine tratta dalla pagina facebook di Dimitra Dafi]

[ fotografia di Gilbert Garcin tratta dalla sua pagina facebook]

[Constellation è una serie di ritratti dell’artista newyorkese Kumi Yamashita, 
una delle maggiori esponenti della shadow art. 
 immagine tratta dalla pagina facebook di Rosalba Catamo]


[ immagine tratta dalla pagina facebook di Evan Czar]



["by Antonio Gonzales Paucar- born 1973 in Peru"
 immagine tratta dalla pagina facebook di Stéphane Bourmaud-Baudet 



[ immagine tratta dalla pagina facebook di Fiamm Inga]


[Auditorium in Leon, Spain by Mansilla + Tunon Architects
 immagine tratta dalla pagina facebook di 3dfirstaid visual architecture]



 immagine tratta dalla pagina facebook di Archigram]



["ESPRIT" Flagship shop Köln 1987, by Sottsass Associati 

(Ettore Sottsass + Shuji Hisada) photo by Aldo Ballo

 immagine tratta dalla pagina facebook di Shuji Hisada]


[Eva Rubinstein (b.1933): Escalier, Paris, 1987
 immagine tratta dalla pagina facebook di Dmitry Polgar]


[Opera di Victor Enrich, tratta dalla sua pagina facebook]



[The Nefelejcs Project by Merge Invisible with 
support from the Ludwig Múzeum - Budapest
 immagine tratta dalla pagina facebook di Tododesign]

 immagine tratta dalla pagina facebook di Casaviva]



[ del fotografo francese Laurent Chehere 
immagine tratta dalla pagina facebook di Anna Breda]


[Julie Guerrin  immagine tratta dalla pagina facebook di Stefano Mirti]


[Image by German Photographer Martin Waldbauer.
immagine tratta dalla pagina facebook di Cultura Inquieta]

[da New York. Fotografia di  Francesco Ursitti tratta dalla sua pagina facebook ]

[immagine tratta dalla pagina facebook di design-dautore.com]

[immagine tratta dalla pagina facebook di Marcia Amaral]

[Vladas Orze immagine tratta dalla pagina facebook di
  File ElectronicLanguage InternationalFestival]

[immagine tratta dalla pagina facebook di Dimitra Dafi]


[immagine tratta dalla pagina facebook di Raffaella Balbo]

[di Peter Chrisostomou immagine tratta dalla pagina facebook di Effe Gi]

immagine tratta dalla pagina facebook di IQD]
[immagine tratta dalla pagina facebook di tododesign]

[immagine tratta dalla pagina facebook di Adan Murillo] 

[Henry Peach Robinson "fading away" (1858). FOTOMONTAGGIO da 5 negativi

immagine tratta dalla pagina facebook di Francesco Cappiello Magliano]

[tratta dalla pagina facebook di Barbara Rossi Prudente]

[Lenti John S, Pellicola Claunch 72 Monochrome, Nessun Flash_
fotografia di Mario Ferrara, tratta dalla sua pagina facebook]




[Marina Abramović, Ulay, Imponderabilia, 1977.
Performance, 90 Min.
 thanks to Stefano Mirti]

desiderio
[de-si-dè-rio]
ant. desidero
s.m. (pl. -rii o -ri)
1 Volontà intensa di avere o di fare qualcosa che procura piacere, soddisfazione


illusione
[il-lu-ʃió-ne]
s.f. (pl. -ni)
1 Errore dei sensi o dell'immaginazione che fa percepire l'apparenza come realtà

civiltà
[ci-vil-tà]
ant. civilitàcivilitadecivilitate
s.f. inv.
1 Insieme delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale



Viviamo da illusi. Costruiamo un mondo di cartapesta e ci muoviamo al suo interno come si muovono gli attori di teatro fra le sagome delle scenografie.
Ci illudiamo di potere vivere una vita alla volta, ordinata e coerente. Ci illudiamo di potere imbrigliare e incanalare l'istinto. Ci illudiamo di potere educare il nostro desiderio e persino lo cavalchiamo illudendoci di domarlo. Il desiderio è come un cavallo pazzo che ci butta giù dalla groppa in continuazione. E noi goffi e un po' stupidi e di fretta, come se nessuno ci avesse visto, come se non fossimo doloranti e lividi per la caduta appena subita, risaliamo fingendo di non essere mai caduti e imperterriti continuiamo nello sforzo di cavalcare. 
Guardiamo la luce e ci illudiamo che sia solo luce, volutamente dimentichiamo che nessuna luce esiste senza ombra. E con la stessa finta ingenuità (o reale superficialità) con la quale neghiamo che la luce sia fatta anche di ombra ci comportiamo come se avesse senso credere che il domani esiste, che arriverà davvero, che è un giorno diverso dall'oggi. Il domani non esiste, l'esistenza si svolge tutta nello stesso infinito giorno che è oggi. Al mattino siamo gli stessi della sera prima.  

è nella natura  delle cose la nascita come la morte, la luce come l'ombra, costruire come distruggere, amare ed essere egoisti. Noi siamo per natura il prodotto di un equilibrio fra opposti. Un equilibrio precario e oscillante. L'equilibrio al contrario di come si possa credere, è sempre instabile, sempre precario. Come una corda tesa fra due forze opposte, in esso è concentrata tutta la tensione degli opposti. Noi siamo vivi in quella precarietà, in quella oscillazione. L'equilibrio stabilizzato e immobile è quello della morte, dell'assenza della vita, almeno della vita e della morte come le conosciamo noi. 

Avere paura delle incoerenze e rifuggirle, ignorare il desiderio e soccombere gli impulsi equivale a negare noi stessi. 
Finiamo per chiamare civiltà l'enorme mole di sovrastrutture che ci costruiamo sopra e dentro la testa e invece civilizzare dovrebbe servire non ad annullare la nostra natura piuttosto ad approfondirne la conoscenza. La civilizzazione dovrebbe servire a raggiungere stadi superiori di conoscenza e coscienza di noi stessi per renderci capaci non solo degli istinti più bassi e animaleschi, che pure ci appartengono, ma di altri che ci elevano lo spirito, che pure è una cosa naturale come lo sono l'istinto, il desiderio e l'incoerenza. 

2 commenti:

  1. Cri,.... BELLISSIMO!!!!
    foto meravigliose!!!!!!
    Un'infinità di spunti riflessivi e tanto altro..
    grazie infinite!
    :) Fra

    RispondiElimina
  2. grazie a te. regalaci, qui, qualche tua riflessione. a questo serve questa rubrica a sollevare questioni e riflessioni. ;)

    RispondiElimina