venerdì 22 giugno 2012

The Daily Facebook | N.20 del 21.06.2012_Caro Epicuro..

[The Daily Facebook è una rubrica di questo Blog. Una sorta di Diario del diario di fb. Non però una cronologia, piuttosto un resoconto assolutamente NON obiettivo. Un esperimento. Una restituzione di quello che succede sulla mia pagina Fb (e sulle pagine dei miei contatti) giorno per giorno. Una mappa sentimentale, costruita su legami e logiche assolutamente personali. Messi insieme secondo una logica dichiaratamente arbitraria. Una visione palesemente distorta (e perciò sentimentale) di ciò che accade, di quello che vedo, di quello che attira la mia attenzione. Brevi storie fatte di frammenti, che non vogliono essere punti di arrivo, ma s-punti di partenza]


[dalla pagina facebook di Wind Virtual University]


["Polisportiva Boys Curti" fotografia di Urbano Trotta, tratta dalla sua pagina facebook]
[Mio intervento grafico su fotografia di Urbano Trotta, dalla mia pagina fb]



[immagine tratta dalla pagina facebook di Nap Atelier]

[Dalla pagina fb di Isabel Picolo]


[immagine tratta dalla pagina facebook di Tododesign]

[tratta dalla pagina fb di Victoria Lubinska]

[dalla pagina fb di Griot Christian]

[immagine tratta dalla pagina facebook di Maurizio Goetz]

[immagine tratta dalla pagina facebook di 陳正佑]

["no man's land" by danis tanovic" http://instagr.am/p/MJEFHAkLbH/
dalla pagina facebook di Ailadi Cortelletti]

[fotografia di Maria Gelvi, dalla sua pagina fb]

[Mio intervento grafico su fotografia di Francesco Rinaldi, dalla mia pagina facebook]


[dalla pagina facebook di AlexanderDesigns AD]




[dalla pagina facebook di Balam Soto]



[dalla pagina facebook di WildAid]
["André Kertész, Broken Plate, Paris, 1929, Gelatin silver print"
dalla pagina facebook di La Révolution surréaliste]

[dalla pagina facebook di Danilo Donzelli]



Fine

1 [fì-ne] s.
  • • s.f.
  • 1 Punto estremo, nello spazio e nel tempo, in cui qlco. termina
  • 2 Cessazione definitiva di qlco. SIN cadutacrollo
  • 3 (anche m.) Fase finale di qlco. SIN epilogoconclusione
  • • s.m. Ciò a cui si mira, si tende SIN scopointento

Morte

[mòr-te] s.f.

  • 1 Cessazione irreversibile delle funzioni vitali negli organismi viventi; nell'uomo e negli animali si verifica in assenza di respiro e di battito cardiaco spontanei SIN solo per quanto riguarda l'uomo, decessoeufem.dipartitascomparsa

"A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono." (A. Baricco, Novecento)

Mi è rimasto impresso, dai tempi del liceo, il monito di Epicuro a non aver paura della morte perché non ha senso in quanto se essa c'è noi non ci siamo e viceversa. Soluzione che mi colpì allora per la sua semplicità. Poi a ripensarci, negli anni, ho finito per considerarla più che una soluzione semplice una soluzione semplicistica del problema. Intanto non è vero che quando c'è la morte non ci siamo noi, infatti se la morte "si verifica in assenza di respiro e di battito cardiaco spontanei " quando essa si verifica noi non cessiamo di esistere perché il nostro corpo permane, privo di reazioni ma continua ad esistere e ad essere soggetto al divenire (processo infinito).  Dunque in presenza della nostra morte la nostra parte materiale c'è, continua ad esistere. Quello che succede alla nostra parte immateriale, che sappiamo esistere perché ne abbiamo ampia prova (pensiamo, e quindi i pensieri, per quanto immateriali sono esistenti), chi può dirlo?! Apparentemente non cambia nulla, immateriale (e dunque intangibile e invisibile) era prima e immateriale continua ad essere dopo. Insomma quando moriamo una sola cosa certa si verifica: avviene un cambiamento. 
E la vita non è fatta di continui cambiamenti? Ora solo perché un cambiamento non riusciamo a spiegarcelo lo chiamiamo morte! è un cambiamento non da poco, ma sempre di cambiamento si tratta!
La differenza sostanziale tra noi morti e noi vivi è che da vivi riusciamo ad usare la nostra parte materiale per comunicare la nostra parte immateriale, mentre da morti, dotati di un corpo privo di reazioni, non riusciamo più a comunicare. Quando moriamo smettiamo di comunicare in un modo comprensibile a tutti. E perciò quel cambiamento, quell'apparente inesistenza di comunicazione la chiamiamo morte. Ora, se salta la corrente la luce della lampadina si spegne, diventa tutto buio e non vediamo più nemmeno la lampadina, ma con questo non vuol dire che il mondo sia stato ingoiato dal buio, continua ad esistere nel buio e la lampadina stessa resta al suo posto e non perde la sua capacità di fare luce. Salta il mezzo (la corrente/comunicazione), cambia la forma (la luce diventa buio), l'essenza resta la stessa (la realtà, mutata, non più visibile, non si muove di posto). 

La morte è la vita che inciampa. Un evento imprevedibile. Un cambiamento di rotta repentino nello scorrere delle cose, che continuano a scorrere ma prendono un'altra direzione. La smagliatura in un maglione di lana. La caduta improvvisa di un quadro, che da quadro diventa quadro caduto, ma resta pur sempre un quadro. La caduta di un vaso che toccando il suolo va in frantumi, un vaso in frantumi è pur sempre un vaso, un vaso frantumato.. cambia forma ma esiste. Nulla sparisce. Dove c'è la morte, caro Epicuro, ci siamo anche noi!


Arrivederci Anna Maria S.


4 commenti:

  1. ... bellissimo testo. Dovresti vedere il film "Perché Bodhi Dharma è partito per l'Oriente?". Qui troverai la morte un avvenimento piacevole.

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  2. bello, bello bello tutto, come sempre..
    mi piace tanto il tuo intervento grafico su foto di Rinaldi.
    Se è nella tua pagina deve essermi sfuggito ...
    Immagini MERAVIGLIOSE!!!!
    :)

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    1. Si Francesca, è di non troppo tempo fa, sta nell'album "interferenze" come tutti gli interventi simili. :)

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