martedì 22 novembre 2011

Verde, il colore dell'utopia possibile!

Vi sembra una "città impossibile"? Forse si, forse no! Un po' strampalata magari, con i suoi muri sbiechi, gli edifici strambi, i lampioni stravaganti.. ma possibile nella sua essenza di città in cui ogni piccolo spazio è buono per piantare un po' di verde!! Non trovate?

Verde, la parola d'ordine del futuro.. sempre che ci teniamo a che esista un futuro! 

Avete presente "Central Park"?  Il famoso parco americano che fa da sfondo a centinaia di film e pubblicità, icona nell'immaginario collettivo del parco perfettamente curato, anelato dai patiti di footing metropolitano, meta agognata da tutti gli amanti dei pic nic, spazio verde invidiato da tutte le città e i cittadini del mondo? Bene, sapete come lo ha definito Rem Koolhaas nel suo "Delirious  New York"*? ""Tappeto Arcadico sintetico"! Si, perché Central Park non è altro che un concentrato di natura a cui è stato tolto l'aspetto fondamentale: la naturalezza! I suoi laghetti sono artificiali, i suoi alberi trapiantati, i suoi imprevisti sono calcolati, insomma di "naturale" non ha proprio niente.. Koolhaas afferma che Central Park "è destinato ad illustrare per sempre il dramma di una cultura che prende le distanze dalla natura".. Per capirlo dobbiamo sapere che il parco è nato nel 1853, quando per paura che la crescente popolazione di New York e la conseguente urbanizzazione stava per occupare del tutto lo spazio limitato dell'isola (di lì a poco non sarebbe rimasto più nemmeno un pezzettino di terra per piantarci un alberello!!) e furono così chiamati dei Commissari per individuare le parti restanti della griglia (la griglia: la storia dell'urbanizzazione di Manhattan è un'altra storia che vale la pena essere raccontata ed ascoltare, raccontata come fosse un romanzo nel libro di Koolhaas) per farne un parco... Il parco fu poi progettato in modo da contenere un "esempio" di quello che era la natura dell'isola prima della colonizzazione europea. La foto aerea di Manhattan (ve la riporto sotto)  è impressionante! Central Park compare come un rettangolino verde compresso tra migliaia di rettangolini ordinati di cemento!! Spettacolo sconsigliato ai claustrofobici!





_____________________________





La lampada alla base dell'illustrazione sopra è Greenside Collection di De-Signum Studio Lab, http://www.de-signum.com





* Rem Koolhaas, "Delirious New York", Electa Italia, 2000

14 commenti:

  1. Bellissima la tua illustrazione, molto originale la lampada e purtroppo.. tristemente vero il resto!
    Speriamo di riuscire ad acquisire maggiore consapevolezza... e che non sia ormai troppo tardi!

    RispondiElimina
  2. E' importante pensare in verde e portarne un po' nei vari luoghi della nostra vita; aggiungerei anche quella interiore. I creativi questo processo lo hanno iniziato da diverso tempo e ciò è un bene. Io mi chiedo, però, se la natura antropizzata (palese ossimoro), possa essere una soluzione o invece sia necessario fare delle rinunce e preservare il patrimonio che ancora resta, difendendolo con ogni mezzo?
    In ogni caso la lampada è deliziosa!

    RispondiElimina
  3. Grazie Marilia, con la tua arguta riflessione hai messo a nudo immediatamente la parte più scottante del discorso, e mi dài la possibilità di chiarire una incoerenza di fondo che cammina sotto le parole del post: se mettiamo il verde nei nostri progetti, stiamo progettando il verde.. e quindi un verde progettato ha poco di naturale (come in Central Park). Io penso che dobbiamo agire su due fronti: progettare verde quando progettiamo e preservare la naturalezza della natura astenendoci dal progettare sempre tutto.

    RispondiElimina
  4. Mi trovi assolutamente d'accordo. Probabilmente il nodo della questione è: quando è davvero necessario progettare ex novo e quando è possibile invece dare il via a progettazioni di recupero? Io sono sempre incline a preferire le seconde, compatibilmente con le reali esigenze legate alla crescita o alla destinazione d'uso. Mi pare, però, che, di solito, la preferenza vada alle nuove costruzioni, anche considerando che i recuperi non sempre sono ecocompatibili. Ma qui si apre un altro capitolo, parallelo ma diverso.

    RispondiElimina
  5. Quando si parla di verde già mi si riscalda il cuore...il mio terrazzino strabocca di verde, non potrei farne a meno...e trovo sia fondamentale preservare la natura ovunque e soprattutto nelle città...io vivo in una città dove, fortunatamente il verde è abbastanza presente, con i suoi viali alberati, ma vorrei che ogni cortile fosse un giardino straripante di piante, vorrei che ogni palazzo avesse una sua parete verticale verdeggiante, e che i tetti delle case fossero tutti verdi. Ci sono moltissime aree dismesse in ogni città che potrebbero diventare dei bellissimi orti gestiti dai cittadini (ne abbiamo degli esempi in Germania dove l'amore per la natura è esemplare).
    Ecco perché ammiro la scelta di chi pone il verde al centro dei loro progetti...la lampada è davvero originale...l'illustrazione che ne hai fatto esalta un modello di città sostenibile che dovrebbe servire da esempio per tutti. Quindi "Verde forever"!!!

    Chiara Bolani

    RispondiElimina
  6. Chiara Bolani, sei sempre molto carina! :)

    RispondiElimina
  7. LAURA PITITU: (da facebook): Deliziosa la lampada, molto bella l'illustrazione che è scaturita...C'è bisogno di verde, bisognerebbe sfruttare e valorizzare certi spazi ma questi progetti andrebbero sempre fatti assecondando e non snaturando il paesaggio. Credo che ogni ambiente abbia tanto da offrire. Anche qui nella mia isola purtroppo spesso certi luoghi vengono deturpati artificiosamente attraverso l'introduzione di elementi che non hanno niente a che vedere con l'architettura del posto e attraverso l'introduzione di piante esotiche....Accade in Costa Smeralda, un pò ovunque sulla zona costiera,accade perchè spesso ci si rifà a torto a schemi progettuali proposti dalle mete turistiche considerate alla moda e d'elite. Nascono così da falsi modelli imitazioni che spezzano l'equilibrio e la bellezza di luoghi e strutture che invece andrebbero preservati e valorizzati.

    CRISTINA SENATORE: quando dici "Anche qui nella mia isola purtroppo spesso certi luoghi vengono deturpati artificiosamente attraverso l'introduzione di elementi che non hanno niente a che vedere con l'archittetura del posto e attraverso l'introduzione di piante esotiche" mi fai venire in mente ad una moda che ho visto usare qui dalle mie parti ma anche in altre zone del sud.... quelle kitschissime palme colorate di plastica che vengono usate in genere, in prossimità di locali pubblici come bar ecc.. oppure le tristissime palme finte all'interno dei centri commerciali..

    RispondiElimina
  8. L'Arch. MICHELE LETIZIA, in una nostra conversazione su FB, mi faceva notare come il "verde progettato" avesse origini antiche.. un esempio è dato dagli olmi che gli antichi romani piantavano lungo le strade extra urbane (immediatamente riconoscibili dall'alto)!

    RispondiElimina
  9. che bel blog!!! arrivo da blogghiamo e mi unisco subito!!!

    Azzurra

    RispondiElimina
  10. Benvenuta Azzurra!! verrò a visitare volentieri il tuo blog! :)

    RispondiElimina
  11. Che blog interessante! Io sono una maestra e darei qualsiasi cosa per aprire la finestra della classe e avere un giardino in cui poter fare lezione, in primavera, almeno un'ora al giorno!

    RispondiElimina
  12. Benvenuta Alessandra! Sono sicura che i ragazzi apprezzerebbero, mi torna in mente la scena del film interpretato da Beppe Fiorello su Moscati.. quella in cui Moscati porta fuori in giardino i malati e dice loro di respirare che quella è la miglior medicina e i malati cominciano davvero a star meglio! Non facciamo le cose più semplici! chissà perché ci complichiamo la vita rendendocela del tutto artificiale!

    RispondiElimina